L’opinione dei consumatori mette in evidenza una pesante contraddizione, in quanto i rischi individuati dai consumatori sono molto diversi dai rischi reali attualmente implicati in problemi relativi alla sicurezza alimentare nei paesi industrializzati.
Tale comportamento della comunità dei consumatori necessita di risposte e spiegazioni.
La percezione dell’opinione pubblica infatti è influenzata dai recenti episodi che hanno riguardato la BSE, il pollo alla diossina, ecc., tutti episodi che hanno determinato una perdita progressiva di fiducia da parte dei consumatori.
Infatti, i dati provenienti dalla FAO, dal WHO e dalla bibliografia internazionale evidenziano che nei paesi industrializzati i principali problemi della sicurezza alimentare sono di origine microbiologica. Stime autorevoli attestano che i rischi per la sicurezza alimentare indicati dai consumatori, e cioè additivi, pesticidi e farmaci veterinari, sono responsabili in realtà solo dello 0.5% delle malattie associate agli alimenti (foordorne diseases). La stessa fonte stima anche che ogni anno nei paesi industrializzati circa il 30% della popolazione vada incontro a patologie (foordorne diseases) determinate dalla contaminazione microbica degli alimenti, con conseguenti pesanti costi sanitari, assicurativi e previdenziali.
È interessante anche considerare, analizzando i luoghi dove prendono origine le tossinfezioni (WHO 1995) che, seppur per alcune non sia possibile individuare l’origine (11%), il 51% delle epidemie originano dalla ristorazione collettiva e il 36% è di origine domestica. Quest’ultimo dato, in particolare, mette in evidenza la diffusa mancanza di cultura della comunità per quanto riguarda la manipolazione e conservazione degli alimenti. Questa situazione sottolinea l’esistenza di un notevole divario tra le conoscenze della comunità e lo sviluppo tecnologico nel settore alimentare che offre una variegata composizione di prodotti e consente di controllare il rischio microbiologico con le più semplici norme di igiene generale