In America, il 17% dei giovani tra i due ed i diciassette anni, sarebbe affetto da obesità.
Anche in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità riscontra delle preoccupanti anomalie notando che, il , raramente pare rispecchiare una corretta alimentazione ed un adeguato esercizio fisico, basilari per il benessere di grandi e piccini.
Ma c’è di più. Uno studio pubblicato sulla rivista di settore “Pediatrics” ha rivelato che, a causare disturbi alimentari e sovrappeso, è spesso il difficile rapporto con i parenti, in special modo con la madre: lo studio condotto su un campione di 1000 bambini si è concentrato soprattutto sulla relazione madre-figlio stabilita a 15, 24 e 36 mesi, mettendo poi in comparazione tali dati con i comportamenti alimentari degli stessi a 15 anni di età.
Nei casi in cui obesità e difficile comunicazione con la madre hanno coinciso, le motivazioni sono state spiegate dagli psicologi nei termini di eccessivo “attaccamento insicuro” e “scarsa sensibilità materna” da parte del bambino, a causa delle quali il piccolo, non avendo mai identificato il grembo materno come luogo sicuro, sarebbe portato a mangiar male e di più rispetto a quanto prescritto.
A dirla tutta, in questi casi non sarebbe propriamente l’eccessivo accanimento del soggetto a provocargli l’aumento di peso, quanto la sua scorretta gestione dei momenti di stress a livello cerebrale maturata negli anni: il cattivo feeling in casa, provocherebbe poca propensione al sonno ed alla fame, oltre quindi ad un elevato fattore di stress traumatico.
Nonostante non sia il caso di colpevolizzare le madri, ne in questa sede ne in altre, rispetto alle incongruità del proprio rapporto con i figli, nel caso in cui una scoperta del genere venisse confermata, potrebbe finalmente presentarsi la possibilità di migliorare la comunicazione tra i due, toccando quindi anche altre tematiche poco affrontate, soprattutto nelle scuole.