Le differenze nella valutazione sul bollito e sull’ arrostito, nell’ ottica di una comparazione tra democrazia e aristocrazia, si possono osservare nella tradizione europea più di ogni altra.
Nell’ Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers di Diderot e d’Alembert, per esempio, c’è un lungo elogio al bollito. “Il bollito è uno degli alimenti dell’uomo tra i più succulenti e nutrienti”… “si può dire che il bollito è, in rapporto agli altri cibi, ciò che il pane e in rapporto agli altri alimenti.”
Cinquant’ anni dopo, nel 1801, il gastronomo francese Anthelme Brillat-Savarin scrisse: “I professori non mangeranno mai il bollito, per rispetto ai loro principi e in ragione della difesa di una verità incontestabile: il bollito vale anche meno del suo brodo. Questa verità, finalmente, si sta facendo strada e il bollito è scomparso dai pranzi raffinati per essere rimpiazzato da un filetto arrosto o da un rombo o da una zuppa di pesce”.
Proprio in relazione a queste considerazioni, Lévi-Strauss afferma che se i cechi vedevano nel bollito un nutrimento maschile è perché la loro società tradizionale aveva un carattere più democratico di quello dei loro contemporanei francesi.
La medesima contrapposizione può essere notata anche nella cultura greca e in quella romana.