I prodotti della pesca sono una delle principali e privilegiate fonti di proteine nella Dieta Mediterranea. E se, accanto al pesce azzurro, trovassimo in pescheria anche delle succulente meduse?
Per il momento non è uno scenario realistico, in quanto in Italia non è consentita la vendita di questi animali planctonici (il loro consumo è però consolidato in alcuni Paesi Asiatici) ma in un futuro non troppo lontano alcune specie di meduse saranno commercializzate da negozi specializzati e potranno arrivare anche nei nostri piatti, grazie alla nuova normativa europea sui novel food e dopo l’approvazione dell’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare).
A quanto pare, non si tratta di una delle solite mode alimentari: da un punto di vista nutrizionale questi singolari prodotti ittici sono buona fonte di proteine, aminoacidi essenziali, collagene, sostanze antiossidanti e sali minerali. Inoltre la loro composizione può cambiare a seconda delle acque in cui vivono: alcune sono ricche di grassi insaturi perché vivono in simbiosi con microalghe che ne arricchiscono i loro tessuti mentre altre potrebbero non essere commestibili o richiedere particolari trattamenti prima del consumo, in quanto urticanti.
Uno dei gruppi di ricerca impegnati su questa tematica è quello della professoressa Antonella Leone, ricercatrice all’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Centro Nazionale Ricerche di Lecce (Ispa-CNR), che guida il progetto europeo GoJelly. L’intento è studiare le meduse europee e del Mediterraneo per controllare la qualità, la sicurezza alimentare e gli effetti sulla salute di questi nuovi cibi del mare.
Non solo alimentazione, se diventasse un prodotto di largo e comune consumo, si potrebbe combattere anche la loro eccessiva proliferazione nelle acque italiane ed europee, con un impatto positivo sull’ecosistema marino.