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  • La pizza come patrimonio

    pizza

    Il cibo non è solo mezzo attraverso cui l’ uomo soddisfa uno dei suoi bisogni primari (la nutrizione), è anche ed inevitabilmente “cultura”. Una maschera identitaria, dunque. Mangiare è “fare” e “dire” al tempo stesso.

    La cucina è uno degli elementi fondanti della napoletanità, in quanto non è solo un elemento di convivialità, ma fa parte del tessuto. Il piatto più conosciuto della cucina napoletana è la pizza.

    La pizza ha un’importante valenza antropologica. Da cibo di strada a simbolo fortemente identificativo degli italiani, ma anche pietanza simbolo della globalizzazione.

    Oltre alla pasta, anche la pizza è un cibo italiano per eccellenza, uno dei prodotti ambasciatori del Made in Italy nel mondo. Capolavoro della cucina povera, che dalla fine del Settecento ha iniziato la sua irresistibile ascesa dai vicoli napoletani ai quattro angoli del globo.

    Con l’ emigrazione, ha avuto un ruolo primario nel diventare la bandiera sotto cui un’ intera nazione si è riparata, mantenendo in vita il legame con la cultura d’ origine, un’ italianità fatta di casa e di originalità domestica.

    La pizza, prima di essere qualcosa di ricettabile, è una mentalità. Per noi italiani ha un valore profondo, primo simbolo della convivialità a basso costo.

    Come sostiene l’ antropologo Marino Niola, la pizza napoletana è la bandiera planetaria dell’ Italia da mangiare, emblema del Bel Paese e di quel doppio concentrato di italianità che è Napoli.

    È l’ unico tipo di pizza riconosciuta in ambito nazionale ed europeo. Dal 4 Febbraio 2010 è ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita della UE.

    Nel 2011, invece, è stata presentata dall’ Italia come candidata al riconoscimento UNESCO come patrimonio immateriale dell’ umanità, che dovrà essere confermato entro il 15 Novembre 2016.

    L’ arte della pizza è una conoscenza tradizionale ed un bene immateriale che merita il riconoscimento da parte dell’ UNESCO. Questo riconoscimento, rappresenterebbe anche un mezzo di difesa a fenomeni che minacciano il Made in Italy, come la falsificazione dei prodotti alimentari, conosciuta col nome: Italian Sounding.

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