L’ olio di palma è un grasso vegetale estratto da una parte del frutto delle palme da olio e nonostante sia ricco di grassi saturi, lo si può trovare in numerosi alimenti, soprattutto nei biscotti e nelle merendine del supermercato, molto amati dai bambini. Non solo. È presente nelle creme spalmabili, nelle farciture dei dolci confezionati e persino nei prodotti per la prima infanzia (dal latte di proseguimento ai biscotti che si sciolgono nel biberon).
Fino a qualche mese fa, il cliente aveva fatica a riscontrare la presenza di tale alimento, in quanto in etichetta compariva una dicitura generica: olii e grassi vegetali. La buona notizia è che da Dicembre la normativa Europea ha richiesto di indicare chiaramente sull’ etichetta del prodotto la presenza dell’ olio di palma, aumentando la consapevolezza del consumatore al momento dell’acquisto. La continua assunzione di cibi contenente questo olio, col tempo, porta a conseguenze gravi per la salute, provocando soprattutto problemi cardiovascolari. Una volta raffinato, questo olio perde quasi completamente le sue sostanze benefiche. Come ogni alimento ricco di grassi, bisognerebbe limitarne il suo consumo perchè dannoso, specie se associato ad un’ alimentazione scorretta. Il segreto sta nella moderazione, in quanto una dieta sana ed equilibrata si basa sulla varietà degli alimenti. Viene largamente utilizzato dalle aziende perchè costa poco ed ha la stessa efficacia del burro. Al di là del fattore economico, non ci sono motivi validi per cui l’ industria alimentare debba proseguire ad utilizzare olio di palma.
Evitare olio di palma, significherebbe la salvaguardia non solo della salute, ma anche dell’ ambiente, degli animali, delle foreste e di coloro che lo popolano.
Sarebbe utile che le industrie alimentari si impegnassero a riformulare i prodotti senza l’ utilizzo di olio di palma, affinchè il cibo sia “buono, pulito e giusto“, riprendendo lo slogan di Slow Food.