Per poter crescere in maniera sostenibile, il sistema agroalimentare italiano dovrebbe risolvere alcune contraddizioni interne e raccogliere le sfide provenienti dallo scenario comunitario e internazionale.
Dalla crescente scomparsa delle aziende agricole al degrado del territorio, dalla revisione della Politica Agricola Comune (PAC) alla competitività su scala globale, dal problema del lavoro illegale a quello dell’inquinamento, fino ad arrivare alla competitività su scala globale, al rischio OGM, agli impatti dello sviluppo di una filiera per biocombustibili, alla sicurezza alimentare e alla vulnerabilità negli approvvigionamenti per sementi e mangimi, tante e diverse sono le problematiche per le quali sarebbe opportuno avviare atti di governo efficaci e politiche lungimiranti, dotate di visione strategica.
Il nostro territorio è costituito per il 77% da aree collinari e montane e per più dell’80% da aree rurali, dove l’agricoltura – che impegna due terzi della superficie nazionale insieme alle aree forestali – anche quando non è in grado di svolgere un ruolo economico decisivo, contribuisce comunque a determinare gli elementi essenziali che assicurano la coesione sociale, la tenuta ambientale e le caratteristiche paesaggistiche.
Ma anche imprenditoriali ed occupazionali: le imprese alimentari sono presenti nell’86% dei comuni italiani, segnalando che il presidio del territorio è, in qualche modo, ascrivibile all’intero sistema agroalimentare.