Gli organismi geneticamente modificati sono una grande innovazione della ricerca scientifica degli ultimi anni. Il campo di ricerca dell’ingegneria genetica si è spinto anche in ambito alimentare con lo scopo di risolvere quelli che sono determinati problemi che fino a pochi anni fa non avevano una concreta soluzione. Grazie a una sequenza di DNA estraneo al loro sono state fatte nascere nuove specie di piante che riescono a resistere a larve ed altri insetti, oppure riescono a produrre frutti anche 30 volte più grandi del normale. Questi sono solo alcuni esempi dell’impatto che la ricerca genetica potrebbe avere sulla natura, ma, anche se non ci sono ricerche prospettiche di grande durata, i prodotti OGM hanno già fatto il loro ingresso nel mercato alimentare; soprattutto quello di mais destinato alla popolazione america.In Europa, dove l’opinione pubblica si dichiara impaurita per questi nuovi strumenti e dove associazioni e stati trovano in questa nuova risorsa una pericolosa minaccia per la diversità biologica, i prodotti OGM sono strettamente studiati e, se presenti nel mercato, devono essere indicati chiaramente. Più in Europa che altrove il mercato degli alimenti OGM si è trovato in difficoltà. Le usanze alimentari del territorio mediterraneo vedono nei prodotti delle terre e senza trattamenti genetici i cibi migliori. L’introduzione di prodotti OGM ha portato alla creazione di linee di alimenti che trovano nello slogan “OGM free” il cavallo di battaglia da utilizzare nel marketing. Sempre la paura per i prodotti OGM ha determinato una crescita vertiginosa del mercato del biologico in cui è certificata non solo l’assenza di ogm, ma anche l’inutilizzo di altri prodotti come i pesticidi che normalmente possono venire utilizzati nella coltivazione standard.