Mille anni è stato il periodo necessario per permettere all’impero romano di diventare quello che oggi possiamo leggere in numerosi capitoli dei libri che trattano di storia. L’arte e la letteratura divennero massimi esponenti della grandezza del popolo e ciò si traduce con una grande produzione artistica che ci premette, oggi, di analizzare il popolo romano in maniera dettagliata anche in ambito alimentare. L’elemento principale dell’alimentazione nel periodo romano era il farro. Veniva arrostito, pestato, bollito in acqua salata o in acqua e miele fino a renderlo così denso da ricordare la consistenza dell’attuale polenta. A questo composto venivano aggiunti vari tipi di legumi come fagioli, fave, ceci o lenticchie. Le nuove conquiste permisero all’impero di introdurre nuove specie di cereali tra cui l’orzo, il miglio, il sorgo e il riso. I primi due cominciarono ad essere coltivati e consumati dalle plebe per la buona resistenza di queste piante ai climi più diversi. Venivano preparati come componente principale in minestra e zuppe. Sulla tavola di tutti i romani, plebei o aristocratici, erano sempre presenti numerosi tipi di frutta. La mela e la pera coltivate in tutto il territorio, il melagrana e il nespolo proveniente dalla Mesopotania, il ciliegio, il limone, la pesca, il cedro e l’arancio dall’Asia, il fico “fenice” da Cartagine, ma anche le prugne, il dattero, il mirtillo, l’auguria, il melone e la mora. Per le preparazioni di gustosi dolci si conoscevano la noce, la nocciola, la mandorla, il pistacchio e la castagna. Molta terra era destinata alla coltivazione della vite che era impiegata per la produzione del vino romano. Di colore bianco, biondo, rosso era assai denso e al momento del consumo doveva essere allungato con acqua calda e miele. Grazie alle conquiste fu possibile importare “ottimi” vini provenienti dalla Grecia portando alla diminuzione della produzione del vino romano ed a un aumento della presenza di quello estero. Oltre alla frutta veniva consumata molta verdura cruda o con l’aggiunta di olio in pieno stile mediterraneo. La verdura veniva anche bollita fino a produrre una crema che poteva accompagnare tutte le pietanze. Porri, zucche, cetriolo, carote, bietole, rape, sedani sono alcune delle verdure più utilizzate. L’olio di oliva era considerato un alimento importante nell’economia e nella cucina dei romani. L’olio limpido e dal sapore forte proveniente dalla Grecia era consumato solo dagli aristocratici e da chi si poteva permettere un lusso del genere. Altri tre tipi di olio fatti con tre diverse tipologie di olive erano invece utilizzati dal popolo della plebe. L’ultimo tipo, che di olio aveva solo il nome, era una sostanza di colore bruno e di sapore dolce che veniva dato agli schiavi. La carne era utilizzata soprattutto presso le classi abbienti ed era di tipo più svariato. Il bue, protetto per il grande aiuto dato nei campi nel primo periodo dell’impero romano, divenne successivamente una delle carni più richieste. Vitello, pecora, montone e poi successivamente asino, cinghiale, cervo e capriolo venivano cucinati nei più svariati modi. La carne veniva normalmente lessata o cucinata allo spiedo e poi così tanto salata che era praticamente impossibile gustare la differenza dei sapori delle diverse carni. Era usanza cospargere la carne con creme di verdure o di frutta e miele. Tra tutti gli animali utilizzati per l’alimentazione sicuramente il preferito era il maiale che veniva cucinato in tantissime maniere per la preparazione di ricette a base di prosciutto, lardo, interiora, testicoli e midollo spinale. Il fegato di maiale di dimensioni anormali era un alimento molto costoso che veniva consumato solo in particolari cerimonie o solo nelle famiglie degli aristocratici più influenti. Era molto utilizzato l’uovo , ma poco commercializzato perché ogni famiglia allevava volatili destinati alla cova. Utilizzato soprattutto per la preparazione di dolci con aggiunta di miele, pistacchi e frutta secca venne in seguito destinato a essere utilizzato in molte altre ricette. Il miele divenne un alimento caratteristico dei mercati e delle tavole dell’impero romano. In epoca imperiale il suo utilizzo crebbe così tanto che la produzione naturale delle api non bastò più e dovette essere importato dalle colonie per garantirne la richiesta. Nella tavola della plebe invece era sempre presente il pane e i cerali. La carne era utilizzata solo nelle cerimonie, mente il pesce meno raffinato era normalmente accompagnato da verdura. L’olio in questo periodo storico comincia a diventare il prodotto più utilizzato per il condimento. Proveniente dalla Grecia o da nuove colonie arrivava in tutto l’impero in anfore e veniva consumato senza l’aggiunta di acqua.