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  • Obesità: quando le ragioni non sono solo fisiche ma anche sociali…

    Se pesate di più ma il vostro medico non lo ritiene un problema, forse non dipenderà dalla gravità del vostro nuovo peso…ma del suo.

    Uno studio condotto presso il John Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora ha scoperto che l’indice di massa corporea dei medici, influenza il loro modo di approcciarsi al disturbo dell’ obesità, in quanto il 30% dei dottori con un peso nella norma parlava senza problema di questo tema con i propri pazienti, mentre il 18% di quelli in sovrappeso, aveva difficoltà a discutere di dimagrimento con i malati.

    Peggiore era la situazione durante lo studio, quando si trattava di formulare una diagnosi di obesità, fatta solo dall’8% dei medici grassi, rispetto al 93% di quelli snelli: sarebbe difficile anche per gli esperti dare dei consigli che loro stessi non seguono.

    Questo studio ha aperto la strada a tutta un’altra serie di ricerche relative a questa tematica, in quanto pare che, ad influenzare la nostra propensione a mangiare e dunque ad ingrassare, sarebbe soprattutto il nostro ambiente sociale: si è infatti visto che i ragazzi, lasciati liberi di frequentare chi vogliono, mangiano di più in presenza di amici o familiari che sanno essere maggiormente cedevoli al cibo, mentre si contengono se in compagnia di persone con minor appetito rispetto a loro.

    Indipendentemente dalle nostre scelte, però, pare che anche solo la vicinanza con amici affetti da sovrappeso aumenti del 57% le nostre possibilità di diventarlo, del 40% se ad essere obeso è un fratello o un parente prossimo e del 37% nel caso del partner.

    L’ipotesi più accreditata sarebbe dunque quella secondo la quale l’obesità non si fermi solo a ragioni puramente fisiche e personali, ma sia indotta anche da fattori ambientali importanti, i quali comporterebbero una sorta di “contagio” psicologico: ci sembrerebbe infatti normale mettere una taglia in più se l’altro ne ha di diverse sopra la norma ed anzi, saremmo spronati a farlo nel momento in cui, dato il contesto, averle potrebbe comportare l’accettazione sociale da parte dei membri del gruppo.

    Anche se, purtroppo, questo discorso varrebbe anche in senso contrario, spiegando tante ragioni che porterebbero all’ anoressia, è sicuramente un punto di partenza per pianificare nuove strategie atte a coinvolgere coloro che sono affetti da tali disturbi, spianandogli finalmente la strada che porta alla guarigione.

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