Il cibo è anzitutto una necessità vitale, da gestire in una relazione attenta ed equilibrata tra mente e corpo e tra i movimenti della mente e del corpo. Nella società in cui viviamo, esso spesso si ridimensiona in tale accezione, diventa il carburante privilegiato della mente ed anche compulsione, compensazione, obbligo di pienezza costante ed artificiosa a fronte di un vuoto interno più o meno grande. In questi meccanismi la percezione del bello, dell’attraente, del buono, il gusto semplice di mangiare e bere e gli altri sensi e piaceri si smarriscono insieme al desiderio di un piacere sano, intenso e libero .
L’illusione di un piacere sempre a portata di mano fa si che il desiderio e la sua realizzazione si trasformino in un obbligo, fa sì che si deformi anche l’equilibrio corpo mente e che si instaurino prima un abuso e poi una dipendenza, nelle quali il cibo, da fonte di piacere, diviene tiranno…..
Ogni approccio clinico o preventivo dovrà puntare a riportare in primo piano il corpo, il desiderio, il rapporto mente corpo, i sensi tutti e la ricerca di un piacere alimentare che non sopprima gli altri sensi e gli altri piaceri .
Ma un uomo non fa tutto questo da solo… ha bisogno di legami, relazioni e di uno spazio mentale interno costruito nei vissuti e nelle esperienze relazionali che costituiscano la base ed il luogo nel quale realizzare e vivere gli aspetti più o meno gratificanti della vita e tra questi anche la gestione del cibo e di un giusto piacere alimentare.