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  • In origine il pandoro era coperto di foglie d’oro

    In origine era coperto di foglie d’oro

     

    Soffice, dolce e delicato il pandoro è ormai un simbolo del Natale.  Dorato per la presenza delle uova, dal profumo vanigliato, è squisito sia nella sua forma tradizionale che farcito di creme.

    È molto amato dai bambini (e non solo) per il “rito dello zucchero”: il pandoro è infatti tradizionalmente confezionato in eleganti scatole di cartone, protetto da una busta trasparente, e con all’interno una bustina di zucchero a velo, con cui guarnirlo, versando lo zucchero nella sua busta di plastica e “scuotendolo” con energia per spargerlo in maniera uniforme.

    Nato secondo la tradizione a Verona, nell’Ottocento, molti ne individuano la comparsa già nel Cinquecento, con una dolce conico che veniva portato in tavola coperto da foglie d’oro e per questo era chiamato “Pan de oro”, altri ancora lo considerano una rielaborazione del “Nadalin” veronese, a forma di stella (di cui conserva effettivamente le 8 punte), secondo alcune ricerche si sarebbe ispirato al “Pane di Vienna”, a sua volta discendente della brioche francese.

    Di certo c’è che nel 1894 un pasticcere di nome Giuseppe Cornetti reclamizza il suo “Pan d’Oro” sulle pagine della rivista “Can della Scala” di Verona.

    Il 14 ottobre 1894 Domenico Melegatti deposita all’ufficio brevetti un dolce morbido e dal corpo a forma di stella a otto punte, opera dell’artista Angelo Dall’Oca Bianca, un pittore impressionista.

    La stessa forma si è conservata fino ad oggi.

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