La dieta mediterranea trae le sue origini dalla cultura pervenuta, per tradizione, dalla Magna Grecia. Non è un caso che i cilentani, soprattutto, hanno ereditato la cultura delle antiche città greche: Paestum ed Elea.
Si tratta di un modello alimentare completo ed equilibrato, nel quale occupano una posizione preponderante i prodotti di origine vegetale, tipico dei paesi che affacciano nel bacino del Mediterraneo.
Il termine “Mediterranean Diet” è stato coniato, negli anni ’60, dal medico statunitense Ancel Keys, descritta da lui per la prima volta, durante la sua permanenza nel Cilento.
Keys dedicò la sua vita professionale ai modelli alimentari in relazione con la salute delle persone ed osservò che in questa zona, le patologie cardiovascolari erano meno diffuse rispetto al suo paese d’ origine, dove la popolazione statunitense era più abituata a consumare cibi pronti, ad alto contenuto calorico e di grassi, ma di scarso valore nutrizionale. Attraverso le sue analisi, egli arrivò alla conclusione che la bassa incidenza di malattie cardiovascolari fosse dovuta al tipo di alimentazione che queste popolazioni adottavano per tradizione secolare.
Pollica è la culla della dieta mediterranea, dove nel borgo marinaro di Pioppi ha soggiornato, vissuto e studiato l’ epidemiologo statunitense.
L’ importanza di questa dieta con i suoi effetti benefici sono stati documentati e dimostrati dalla scienza, proprio a partire dal secolo scorso. Grazie ad Ancel Keys abbiamo apprezzato e valorizzato la dieta mediterranea divenuta nel 2010 patrimonio UNESCO.
Questa dieta, come spiega l’ etimologia, viene intesa proprio come modo di vita. Per i greci dìaita significava “regola di vita” alludendo non solo ad un modello alimentare, ma fecondo riferimento anche ad uno stile di vita tendente al benessere. In poche parole un modo di vivere bello e buono.
Quella mediterranea è, più di altre, una civiltà della tavola ed il suo cibo rappresenta il suo codice millenario.