Rettifica: la soia non c’entra. Lo stesso era stato fatto per il povero cetriolo che ha visto un calo degli acquisti pari al 90%. A riferirlo pare siano stati gli esiti delle analisi condotte su 23 dei 40 campioni sequestrati dall’azienda del villaggio di Bienenbuettel.
Come consiglia il ministro della salute Fazio, sarebbe meglio concentrare le energie non tanto sui singoli vegetali da mettere al bando ma sulle situazioni locali ovvero sui punti critici e sui processi attraverso cui avviene la contaminazione degli alimenti, che non sui singoli vegetali.
Studiare quindi le condizioni meteriologiche, le falde acquifere e le colture per riuscire a capire la vera causa scatenante di questo batterio che appare particolarmente aggressivo e letale. Esistono già squadre in Germania per fornire assistenza alle autorità competenti per accelerare il processo e assicurare che tutte le tracce possibili siano seguite in modo da arrivare rapidamente all’identificazione dell’origine della contaminazione dell’e.coli.
Ma la ricerca della fonte dell’epidemia si sta dimostrando molto difficile: finora i primi campioni analizzati dei germogli di soia sotto accusa sono risultati negativi.